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Killer Joe - Recensione

12/09/2011 | Recensioni | |
Killer Joe - Recensione

Il regista dei film cult L'Esorcista ed Il braccio violento della legge torna dietro la macchina da presa a più di settant'anni con Killer Joe, noir sanguinoso e violento, che viene presentato alla 68ª Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia. William Friedkin, maestro di stile ed esteta del cinema, porta sul grande schermo il riadattamento  di una pièce teatrale scritta nel 1993 dal premio Pulitzer Tracy Letts, una storia che permette al grande cineasta di raccontare in maniera moderna e sfacciatamente pulp il suo pessimismo cronico nei confronti delle dinamiche familiari, delle relazioni uomo-donna e della società con un occhio particolare al braccio violento delle forze di polizia. Il film segue le vicende di una disastrata famiglia texana, alla disperata ricerca di soldi. Quando lo spacciatore ventiduenne Chris (Emile Hirsch) scopre che sua madre ha fatto sparire la sua scorta di droga, deve trovare al più presto seimila dollari o verrà eliminato dai suoi fornitori. Disperato, il ragazzo si rivolge a Killer Joe (Matthew McConaughey) per far eliminare la madre e riscuotere la sua polizza sulla vita. Nonostante Joe si faccia sempre pagare in anticipo per le sue prestazioni, stavolta l'uomo cambia le sue abitudini affascinato da Dottie (Juno Temple), la bella sorella di Chris, che offre all'uomo le sue prestazioni sessuali in attesa del denaro. Friedkin continua il suo discorso sull'America dei dimenticati, un Paese in cui l'American Dream è brutalmente infranto ed il disfacimento morale è ormai imperante. In un turbinio di violenza che scatena altra violenza, di azioni sincopate e dialoghi serrati, si snoda un film cinico e politicamente scorretto, caratterizzato da un registro grottesco. Il regista calca volutamente la mano in alcune scene (vedi la scandalosa scena in cui viene simulato un rapporto orale con un' ala di pollo fritta) con uno stile che seduce ed aggredisce lo spettatore nello stesso tempo. Girato con la maestria a cui ci ha abituato questo straordinario cineasta, con uno stile asciutto, un montaggio classico e ritmato e un’eccellente fotografia, il film si avvale poi di un cast in forma strepitosa, a partire da Matthew McConaughey, qui probabilmente nella sua migliore prova d’attore in assoluto nei panni dell’assassino innamorato. Friedkin dunque non fa altro che confermare il suo indiscusso talento con una pellicola che farà sicuramente discutere e che trascinerà tutti in una voragine di follia e cruenta violenza.

Sara D'Agostino
 

 


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